Amanda .... ti ricordi quando scrivevo qui sul sito dell'affido dei nostri due affidi familiari? Sono passati diversi anni .... qui da noi si fanno affidi familiari a tempo e con rientro in famiglia se no i minori sono nelle comunita educative molto prolifere sul territorio a discapito delle case famiglie. Non ho una buona considerazione dei servizi sociali: un po di piu verso l'affido familiare (anche se gli operatori per aiutare le famiglie potrebbero realmente fare di piu) e in questi due anni e mezzo da quando e iniziato l'abbinamento adottivo pochissimo verso i servizi dell'adozione. I servizi sociali che avrebbero dovuto vigilare sull'andamento del collocamento ed affido preadottivo continuavano a ripetere che "eravamo nel limbo" , che non eravamo "ancora" genitori .... disinteressandosi praticamente di tutto ciٍ che riguardava la piccola .... anche noi siamo stanchi dei servizi .... e non sai quanto....anche durante l'adozione nazionale fintantoché non si conclude il minore usa due cognomi: il suo per le attività sportive, i documenti, il medico e quello che userà in futuro a scuola .... non ti dico la confusione per i bambini .... considerando la segretezza che dovrebbe avere il minore perché non dev'essere rintracciato dalla propria famiglia d'origine .... i bambini non vivono bene questo periodo che puٍ durare anche molti molti anni ....
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Affido, adozione o accoglienza... Qual è la strada giusta?
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Si ma diciamo che è una situazione a tempo , mentre l'affido sine die non offre prospettive, nel mio caso se tutto continua cosى (potrebbe svegliarsi anche qualche assistente sociale e decidere non so che.. ) staremo 16 anni in questo limbo. Mi sembra una prospettiva diversa
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Comunque io rimango basita che per gli affidi lunghi si scelgano le comunità, già le case famiglia non mi convincono , perché molte volte dietro questa dicitura si coprono comunità a tutti gli effetti, ma per me è inconcepibile partire con l'idea di mandare un bambino in comunità piuttosto che in famiglia per lungo tempo. Terribile, fuori da ogni logica. A quel punto meglio il sine die un limbo con l'affetto di una famiglia che un comunità che per quanto possa avere bravi operatori, sempre operatori rimangono.
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Concordo pienamente con te Sibuna per quel che riguarda comunità e case famiglia. Perٍ almeno la casa famiglia ha una coppia che si avvicina di più al concetto di una famiglia. Per quel che riguarda l'adozione nazionale sicuramente 16 anni in affido sine die sono lunghissimi ma considera che anche tra i due anni e mezzo e i sei anni e mezzo vivere con due cognomi, dover stare attenti alle proprie generalità, non potr essere fotografati o ripresi a scuola/gite scolastiche/saggi/ feste di Comunione o Cresima/nei centri commerciali, non poter tra compagni dare troppe indicazioni sul proprio passato,guardarsi attorno durante manifestazioni pubbliche affollate sperando sempre che non vi sia qualcuno che riprenda o posti sui social spesso facendo perdere tante belle esperienze piuttosto di correre il rischio di essere rintracciati .... anche questo non lo vivono bene i bambini in adozione nazionale tanto meno le famiglie ☺
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Con sincerità devo ammettere ,a posteriori, che è stato più semplice emotivamente da affrontare i colloqui in carcere al quale dovevamo presiedere tra padre e figlia di una delle ragazze avute in affido o la gestione della ragazza con adhd compulsiva oppositiva ossessiva contemporanea alla nostra bimba in adozione (provenivano stesso tdm e stesso giudice solo a distanza di un anno l'una dall'altra) special che affrontare il calvario della non rintracciabilità per la bimba in adozione nazionale ☺
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Ciao ile ti seguo sempre. Il 20 vedrٍ il piccolo che seguiremo alcuni giorni a settimana mamma in difficoltà. Poi vediamo Milano cosa ci risponde la giudice per gli extraregionale. Sennٍ vediamo un attimo , il nostro centro affidi ci ha chiesto se volevamo continuare con loro e adesso ci pensiamo soprattutto in base a Milano. Dell'equipe di Milano mi fido tanto. Un abbraccio grande
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Ciao Lucio,
sul forum "Affido" c'è un post aperto da Bes intitolato "Vademecum affido familiare", dove è scritto tutto ciٍ che c'è da sapere se si ha intenzione di intraprendere il percorso per diventare genitore affidatario. Ti "copio e incollo" le informazioni generali.
CHE COS’E’ L’AFFIDAMENTO FAMILIARE?
Ogni bambino, ogni ragazzo ha il diritto di avere una famiglia, che lo ami, si prenda cura di lui e lo aiuti a crescere in un mode sereno ed equilibrato. Talvolta la fam. naturale puٍ trovarsi, per motivi diversi, in una situazione di particolare difficoltà che la porta, temporaneamente, a non essere in grado di occuparsi dell’educazione e delle necessità materiali e affettive dei propri figli. In questi casi puٍ essere necessario attivare un percorso di sostegno, che si puٍ concretizzare in diverse forme di aiuto al bambino o al ragazzo ed alla sua famiglia: l’affidamento familiare è una delle possibili. Si tratta di un intervento di sostegno che puٍ essere attuato anche per poche ore al giorno o alla settimana (affido diurno), ma caratterizzato da stabilità, continuità e progettualità, per permettere al bambino o al ragazzo di trovare un’altra famiglia, tempestivamente e per tutto il tempo necessario, ciٍ che la sua al momento non è in grado di garantirgli. Esiste anche l’affido residenziale in cui i minori vivono con gli affidatari 24h su 24h 365 giorni all’anno. L’affido familiare è regolamentato dalla legge 184/83 “Diritto del minore ad una famiglia”.
CHI SONO I BAMBINI-RAGAZZI AFFIDATI?
Possono essere neonati, bambini di due o tre anni, possono frequentare la scuola materna, elementare o la scuola media, possono essere già più grandi e avere fino a diciassette anni compiuti, possono essere italiani o stranieri. Per alcuni di loro puٍ essere più indicata l’accoglienza in una famiglia con figli, per altri, in considerazione dell’età o della situazione che hanno vissuto, puٍ essere consigliabile l’accompagnamento da parte di una persona affidataria singola.
CHI SONO LE FAMIGLIE DEI MINORI AFFIDATI?
Sono famiglie che hanno bisogno di essere aiutate e sostenute temporaneamente nelle proprie funzioni educative e affettive, perché si trovano in una situazione di difficoltà che contribuisce in parte o totalmente a creare condizioni di malessere e di disagio per i propri figli o, in alcuni casi, di vero e propri rischio tanto che occorre tutelare i bambini durante “tutto il tempo necessario affinchè la condizione di rischio cessi”. L’affidamento familiare puٍ quindi essere utile quando esistono rilevanti problemi di salute dei genitori, quando questi, per motivi diversi, non possono garantire continuità nella loro funzione genitoriale, quando il nucleo familiare si disgrega, quando tra i genitori esiste un alto livello di conflittualità che pregiudica la crescita equilibrata dei figli, quando ci sono evidenti inadeguatezze nella funzione educativa dei genitori, quando il bambino o il ragazzo ha gravi problemi relazionali o d’inserimento nel proprio contesto sociale, oppure quando è collocato, impropriamente, in una struttura residenziale.
CHI SONO GLI AFFIDATARI?
Tutti possono diventare affidatari: coppie con o senza figli, sposate o conviventi, singole persone e anche famiglie immigrate possono proporsi come affidatari. Non è necessario possedere specifici requisiti o limiti d’età o di reddito, né occorre avere determinati titoli di stu***, conoscenze in campo psicologico e pedagogico o altre competenze specifiche. L’affidamento, perٍ, è una scelta arricchente ma impegnativa, perciٍ agli affidatari è richiesto: 1. uno spazio nella propria vita e nella propria casa per accogliere un bambino o un ragazzo, 2. Disponibilità affettiva e la volontà di accompagnare per un tratto di strada più o meno lungo un bambino o un ragazzo, senza la pretesa di cambiarlo, ma aiutandolo a sviluppare e valorizzare le sue potenzialità e risorse.
QUALI SONO LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELL’AFFIDAMENTO?
Con l’affido, il minore resta con gli affidatari per un periodo di tempo definito, durante il quale mantiene con la propria famiglia d’origine regolari rapporti che sono stabiliti con i servizi sociali. L’affidamento puٍ essere CONSENSUALE, quando si attua con il consenso della famiglia del bambino o del ragazzo. Si definisce, invece, NON CONSENSUALE (o GIUDIZIALE) quando a decretarlo è il Tribunale per i Minorenni regionale, in base ad esigenze specifiche di tutela e quindi indipendentemente o in mancanza dell’assenso della famiglia d’origine. L’affido puٍ anche essere RESIDENZIALE quando il bambino trascorre con gli affidatari giorno e notte, pur mantenendo rapporti periodi con la propria famiglia; o DIURNO, quando il bambino o il ragazzo trascorre con gli affidatari alcuni momenti della giornata o della settimana, ma comunque con carattere di continuità e regolarità.
CHI PROPONE L’AFFIDAMENTO?
L’affidamento viene proposto e attuato dal Servizio Sociale, ossia dalla struttura tecnico-amministrativa preposta al servizio di protezione, cura e tutela dell’infanzia; diventa esecutivo dopo l’intervento di un organo giudiziario.
CHE DURATA PUO’ AVERE UN AFFIDAMENTO?
L’affidamento è per sua natura temporaneo, in quanto legato alle esigenze del bambino e della sua famiglia. La sua durata è diversa per ogni bambino o ragazzo e di norma non dovrebbe superare i due anni ma puٍ essere anche più lungo a seconda delle problematiche affrontate, infatti esistono gli affidi SINE-DIE (a tempo indeterminato).
QUANDO TERMINA L’AFFIDAMENTO?
L’affidamento si conclude, di norma, con provvedimento dell’Autorità Giudiziaria che lo aveva disposto, quando: 1. la famiglia ha superato le proprie difficoltà e puٍ riaccogliere il bambino; 2. la prosecuzione dell’affido non sia più nell’interesse del bambino o ragazzo affidato; 3. l’affidato abbia raggiunto la maggiore età o sia al termine del “prosieguo amministrativo”. La decisione di concludere l’affido familiare, spetta, salvo cessazioni dovute a cause di forza maggiore, agli operatori di base responsabili del caso, che predisporranno la relazione di chiusura da inviare all’Autorità Giudiziaria.
QUAL’E’ IL PERCORSO PER DIVENTARE AFFIDATARI?
Le persone interessate a conoscere l’affidamento si possono rivolgere al Servizio Sociale del territorio. Chi decide di dare la propria disponibilità puٍ rivolgersi al Servizio Sociale del territorio, con il quale puٍ intraprendere un percorso finalizzato, da un lato, all’acquisizione di una maggiore consapevolezza da parte degli affidatari sulla possibilità concreta di essere protagonisti dell’affidamento e, dall’altro, a permettere agli operatori di conoscere disponibilità e risorse di quella famiglia specifica. Tale percorso di conclude con la definizione dell’abbinamento più adeguato tra le caratteristiche e le disponibilità della famiglia affidataria e le esigenze del bambino e della sua famiglia.
RIMBORSO SPESE AFFIDATARI
La legge nazionale prevede che lo Stato, Regioni e Enti locali dispongano misure di sostegno, anche economiche in favore della famiglia affidataria. Ogni mese agli affidatari viene accreditato un contributo mensile che dovrebbe essere pari ad una pensione minima Inps per l’affido di ogni bambino o ragazzo. Il contributo mensile è esente dalle tasse. In caso di affidi residenziali agli affidatari spettano anche le DETRAZIONI D’IMPOSTA per carichi di famiglia. Le madri affidatari in caso di affidi residenziali hanno diritto se dipendenti alla maternità obbligatoria per 3 mesi indipendentemente dall’età del minore e se invece libere professioniste/lavoratrici autonome si ha diritto a 5 mesi di maternità obbligatoria a condizione che il bambino affidato non abbia superato i 6 anni d’età.
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Avendo tu già un figlio, i Servizi Sociali valuteranno la vostra situazione familiare e la compatibilità con un bambino che ha bisogno di una famiglia. Generalmente si tende a rispettare il cosiddetto "diritto di primogenitura", ovvero il bambino che viene accolto in famiglia preferibilmente dovrebbe essere più piccolo del minore già presente in famiglia. Quanti anni ha tuo figlio?
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Benvenuta LUCIO..
vero che non tutti i serv. seguono la "regola" della primogenitura, i miei per esempio si, ma ogni caso è a sè, importantissimo che i servizi valutino molto, molto bene la situazione!!
Lucio, perchè proprio di quell"età? c"è una motivazione particolare? comunque qui trovi molte informazioni e tutte le nostre esperienze, per ogni cosa, per quel che possiamo..siamo qui. buongiorno.
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Ciao Lucio, sull'età dell'affidato valuta attentamente: prima di tutto tu proponi e i servizi dispongono, noi avevamo chiesto un preadolescente è arrivato un bambino di 3 anni scarsi.
Valuta bene anche riguardo all'età di tuo figlio, i miei hanno 13 e 16 anni, non sta andando per niente bene, per 10 minuti di gioco e tenerezza che hanno passano ore e ore infastiditi dal piccolo.
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Ognuno di noi ha delle aspettative riguardo al/la bambino/a che potrebbe arrivare in affido, credo sia abbastanza normale.
Ma se ci apriamo all'accoglienza con tutti noi stessi, a 360°, allora credo che non puٍ esistere delusione.
Prendi un bambino, ferito, trascurato, non voluto...che abbia 2, 4, 10 o 12 anni non conta...e amalo, semplicemente amalo, con i suoi ma soprattutto con i tuoi limiti. Ed insegnali ad amarti e ad amarsi, cura pian piano le sue ferite, quelle visibili e quelle invisibili, sciogli da lui quella rabbia che ti vomita addosso perché non è giusto, non era cosى che doveva andare, non per lui almeno.
E poi quella rabbia trasformala in forza, in energia positiva, per andare avanti e vivere, giorno per giorno, insieme a te, a voi adesso, perché la vita è comunque benedetta, come canta la Mannoia.
Vedrai che all'età non penserai più.
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