Da qualche tempo, dopo anni di attesa d'adozione, io e mio marito abbiamo sviluppato una consapevolezza: non siamo certi di voler diventare genitori.
Non è passato nemmeno un mese da quando ci siamo detti "ci penseremo quando arriverà il momento della segnalazione", e quel momento è già arrivato.
Siamo in preda alle insicurezze: non abbiamo vissuto la chiamata con l'entusiasmo che pensavamo di manifestare in passato, ma allo stesso tempo rinunciare ci sembrerebbe sbagliato (temiamo di pentircene in futuro, perché di base abbiamo sempre desiderato allargare la famiglia).
Sono giorni di montagne russe emotive in cui passo (passiamo, ma parlo per me) dalla serenità e dalla felicità della chiamata alla paura di non volerlo fare del tutto. Non si tratta della classica paura "ma saremo bravi genitori?", ma proprio di "vogliamo davvero esserlo?".
Non è passato nemmeno un mese da quando ci siamo detti "ci penseremo quando arriverà il momento della segnalazione", e quel momento è già arrivato.
Siamo in preda alle insicurezze: non abbiamo vissuto la chiamata con l'entusiasmo che pensavamo di manifestare in passato, ma allo stesso tempo rinunciare ci sembrerebbe sbagliato (temiamo di pentircene in futuro, perché di base abbiamo sempre desiderato allargare la famiglia).
Sono giorni di montagne russe emotive in cui passo (passiamo, ma parlo per me) dalla serenità e dalla felicità della chiamata alla paura di non volerlo fare del tutto. Non si tratta della classica paura "ma saremo bravi genitori?", ma proprio di "vogliamo davvero esserlo?".
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