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Modismos ecuatorianos

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  • Modismos ecuatorianos

    Lo spagnolo è una lingua parlata in molti paesi, ma con accenti diversi ed espressioni che sono di uso comune solo in certe aree, i "modismos".

    Ho pensato che possa essere utile, per le coppie che partiranno per l'Ecuador in futuro, elencare alcuni dei modismi ecuatoriani. Se poi altri che sono già stati in questo paese vogliono contribuire, saranno ben accetti!
    Chi invece volesse porre delle domande in merito, prego, s'accomodi, fintanto che siamo ancora immersi nella cultura locale...

    Bene, tanto per cominciare, alcune formule di cortesia.

    grazie - prego:
    al classico "gracias" io continuo a rispondere "de nada", perché proprio non riesco a mandar giù l'espressione locale che significa "prego". Come si dice qui?
    "،gracias!"
    "،a la orden!"

    Ditemi voi se non suona un po' "da caserma"...

    prego? (nell'accezione di: scusi, non ho capito)
    Anche questa non mi va tanto a genio... ma la dicono anche i miei figli, quando non hanno capito. Dicono:
    "؟mande?" ("comandi?")

    Il seguito alle prossime puntate...

  • #2
    "؟mande?" lo dicono anche come risposta a una chiamata, per esempio cosى risponde un cameriere al ristorante. Anche in questo contesto mi sembra un po' militaresco.

    Per tornare invece ad espressioni più legate ai bambini, qui ci sono alcune parole mutuate dal kichwa o quechua, la lingua indigena ancora praticata da una minoranza:

    Guagua è molto importante, lo si usa anche parlando in spagnolo, e vuol dire proprio "bambino, bambina" o più in generale "piccolo, piccola"; vi capiterà che si riferiscano ai vostri bambini proprio con questo termine:
    "Los guaguas se encontraràn bien con ustedes", "El guagua ya va a la escuela"...

    Intorno al 1° novembre, si usa mangiare un dolce tipico, il "guagua de pan", un pane a forma di pupazzetto con decorazioni di zucchero colorato e ripieno di marmellata di guayaba (mi pare). Si dovrebbe mangiare con la "colada morada", una specie di succo di mora gelatinoso, ma questo noi non l'abbiamo provato (il guagua de pan, sى).

    Quando un bambino cresce, diventa un guambra, un giovane uomo; capita che anche i bambini usino tra loro questo termine, in modo canzonatorio: "guambra mentiroso!"

    Altre espressioni kichwa di successo, molto usate dai bambini ma anche dagli adulti, sono quelle che esprimono caldo/freddo o ribrezzo:

    "Achachay"
    = "che freddo!" E' stata un'emozione sentire per la prima volta questa parola (ne avevo letto su qualche guida) da mia figlia, alla prima occasione di un bagno in una piscina (fredda, ovviamente!)

    "Arrarray!"
    = "che caldo!", "scotta!" Qui l'occasione per sentirla la prima volta è stata la doccia in hotel...

    "Atatay!"
    = "che schifo!" Questa è sparita subito, una delle prime cose che gli gnomi hanno imparato è proprio la versione italiana, che a quanto pare piace molto: cheschifo cheschifo cheschifo... a tutto spiano!

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    • #3
      bellissimo questo thread!!! ;D

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      • #4
        Grazie Aris... allora vado avanti!

        Hermanitos e altri diminutivi


        Se, come nel nostro caso, sarete alle prese con due (o più) gnomi, preparatevi a un uso intensivo dei diminutivi di “fratello” e “sorella”... ma attenzione: non “hermanito”, bensى:

        ٌaٌo = hermano, fratello
        ٌaٌa = hermana, sorella

        “Y mi ٌaٌo, ؟donde està?”; “؟Ya le diste de comer a mi ٌaٌa?”

        Perٍ non ho mai sentito pronunciare la versione plurale di questo diminutivo. Non so se ٌaٌos esista... quel milione di volte che ci siamo sentiti chiedere se sono fratelli (chissà perché la gente pensa che si possano adottare due bambini assortiti a casaccio), ci hanno sempre chiesto “؟Son hermanos?” o “؟Son hermanitos?

        E già che ci siamo, parliamo un po' della mania tutta ecuadoriana per i diminutivi.
        L'Ecuador è un paese piccolo. Beh, è comunque più esteso di molti paesi europei... e se lo si gira via terra sembra piuttosto grande. E' il Sudamerica che è enorme, e l'Ecuador, sulla carta del Sudamerica, sembra poco più di un cacchino di mosca.
        Evidentemente questa coscienza della propria piccolezza dev'essere passata al lessico, perché gli ecuadoriani parlano costantemente per diminutivi. Anche dove noi italiani mai e poi mai metteremmo un diminutivo, come sugli avverbi di tempo e luogo! E invece loro lo fanno. Vi capiterà sovente di avere a che fare con le seguenti espressioni:

        ahorita per ahora, adesso
        aquicito per aquى, qui
        rapidito per rapido, veloce, velocemente, subito
        despacito per despacio, lentamente, piano

        eccetera, eccetera... non ponete limiti all'immaginazione.

        “؟Donde se venden los boletos del bus para Guaillabamba?”
        “!Aquicito!”
        “Y para viajar maٌana, ؟cuando se tienen que comprar?”
        “!Mejor comprar los boletitos ahorita!”


        Ai bambini, è normale che la gente parli per diminutivi. Ma anche voi adulti vi sentirete chiedere, ad esempio la mattina a colazione, se volete, oltre al “cafecito” e ai panini dolci, “el huevito y el juguito”, che sarebbero una porzione da tricheco di uova strapazzate e mezzo litro (almeno) di succo di frutta. Il quale succo di frutta vi sembrerà già abbastanza dolce, mentre i bambini vorranno aggiungere dello zucchero. La nostra gnoma chiede sempre, candidamente, al cameriere: “؟Me da azuquitar, por favor?”, dimostrando, oltre all'educazione (che sfoggia sempre solo con estranei, mai con noi), quanto possano essere spostati in là i limiti del diminutivo, fino ad inframmezzarlo alle sillabe della parola “azucar”.

        (Per inciso, accettate il succo. La frutta in Ecuador è generalmente molto buona.)

        Parlando dei diminutivi usati dai bambini, uno che va fortissimo è quello relativo ai nonni: qui si dice non abuelo, abuela, ma abuelito, abuelita. Praticamente sempre, anche gli adulti dicono cosى. Già ampiamente sperimentato nei collegamenti con la famiglia via skype.

        Ma l'uso dei diminutivi raggiunge talvolta effetti paradossali.
        “Hoy es un dia para salir al parque, hay que disfrutar el solcito.”

        El solcito” sarebbe il sole. Ovvero una palla incandescente grande milioni di volte la Terra. E te lo propongono al diminutivo, qui. All'equatore. Dove picchia sulla capoccia a 90° tondi tondi e se non ti metti la crema solare anche a Quito, a 2800 metri sul mare, ti ustioni in 5 minuti. “El solcito”. E ho detto tutto.

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        • #5
          Originariamente Scritto da psidog Visualizza Messaggio
          El solcito”. E ho detto tutto.


          sai che non ci avevo mai riflettuto... in effetti anche nelle altre varianti latinoamericane (per lo meno quelle con cui ho più dimestichezza, boliviano e peruviano) i diminutivi sono in realtà la norma, non un'alterazione...

          io aspetto altre puntate, chissà mai che prima o poi ci saranno utili davvero...

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          • #6
            Io anni fa ho lavorato per alcuni mesi in Argentina, e lى questa mania per i diminutivi non c'era, per cui qui mi ha stupito parecchio. Evidentemente dev'essere una faccenda "andina"... per non parlare della Spagna, il cui spagnolo "rigorosamente corretto" è ben diverso da quello sudamericano in generale, tant'è che nel doppiaggio in spagnolo dei film esistono le due distinte versioni, "latinoamericana" e "spagnola". Grazie per questa precisazione

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            • #7
              Et voilà, otro capitulo.

              Vero? Non è vero? E' vero o no?

              Per come sapevo io lo spagnolo, per rafforzare un'affermazione aggiungendo un “vero?” o “non è vero?” in fondo alla frase, ci voleva un “؟verdad?”
              Invece in Ecuador abbiamo presto fatto i conti con la forma locale di questa espressione, in quanto i nostri due gnomi la usano tantissimo, nelle due varianti possibili.
              Qui si dice:

              ؟Sى o qué? oppure ؟No cierto?

              “Hemos armado una casa de Lego muy linda, ؟sى o qué?”
              “Ayer te ganè jugando cartas Uno, ؟no cierto?”


              Nella fattispecie, lo gnomo usa sempre (o quasi) il “sى o qué”, la gnoma è una fan del “no cierto”. Credo che sia per la miglior resa con le rispettive voci: lui ha una voce bianca squillante e con il “sى o qué” pianta un bell'acuto spaccatimpani alla fine della frase; lei, la piccina, al contrario ha una voce gutturale e scura, alla quale il “no cierto” consente di chiudere con un bel tono basso da scaricatore di porto.

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              • #8
                Magnifico quanto scrivete. Grazie psidog e grazie aris. Mi sto divertendo un sacco a leggere ed è per me una bella occasione per ripassare quel poco di spagnolo che avevo imparato in Ecuador. Anche la nostra piccola chiamava il fratello "ٌaٌo" quand'eravamo lى.
                Continuato!!!!

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                • #9
                  carissimi, questo blog lo ho scoperto solo ora!!!!
                  ma ci fate ridere da morire...che ricordi...mi piace di più' del forum serioso e con notizie ansiogene.
                  avete trovato un modo meraviglioso per passare il tempo, compimenti per l'applicazione la finezza nell'osservazione.
                  ahorita e no cierto anche a casa nostra sono ancora all'ordine del giorno e con le loro vocine dolci suonano ancora più' sdrucciolevoli!!!!
                  un abbraccio
                  (questo lo continuate anche dopo il ritorno!!!!)

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                  • #10
                    E vabbè ragazzi, ma allora mi istigate a delinquere.

                    Tuteo, voseo e ustedeo

                    No, non sono la versione locale di Tizio, Caio e Sempronio.

                    Tuteo vuol dire dare del , voseo vuol dire dare del vos e ustedeo vuol dire dare dell'Usted (con la maiuscola in segno di rispetto).

                    Tanto per complicare le cose, cominciamo dal fondo.

                    Usted

                    In Spagna il dare del Lei (Usted) è in disuso, in quanto è visto come una specie di reliquia dell'epoca franchista. La maggior parte delle persone si danno del tu.
                    Invece nei paesi dell'America latina l'Usted è ancora di uso comunissimo; l'Ecuador non fa eccezione.
                    Bisogna rivolgersi con Usted a qualunque persona che non si conosca o verso la quale si debba mostrare rispetto e cortesia.
                    La cosa curiosa è che vi troverete a dare dell'Usted anche ai bambini, perché qui, come in molti altri paesi latinoamericani, praticamente non esiste il pronome “voi”, nel senso di seconda persona plurale. Se vi rivolgete a due o più persone, anche se sono bambini, dovete usare l'Usted.

                    “Che cosa volete mangiare a pranzo?” = “?Ustedes que quieren comer para el almuerzo?”

                    Se poi volete strafare... si puٍ persino usare l'Usted al singolare, con un bambino: gli si dà del Lei come vezzeggiativo:
                    "éste regalito es para Usted, muchacho."

                    Tù e vos

                    In metà dei paesi latinoamericani, al posto del “” si usa lo strano pronome “vos”, contrazione di “vosotros”. In Argentina, ad esempio, il “” proprio non esiste e il “vos” richiede addirittura una coniugazione particolare dei verbi.
                    Ma non confondiamoci troppo le idee.

                    L'Ecuador da che parte sta della linea? Dalla parte del “” o dalla parte del “vos”?
                    He he he... sta proprio sulla linea, sull'equatore dei pronomi! Si usano un po' l'uno e un po' l'altro.
                    Il “vos” è specialmente diffuso al nord, dato che nella confinante Colombia meri***nale predomina in modo assoluto.
                    A Quito si fa un po' e un po'.
                    Nel sud dell'Ecuador invece il “” dovrebbe essere usato in modo pressoché esclusivo, ma qui devo chiedere conferma a chi c'è stato.
                    Comunque i verbi si coniugano allo stesso modo, che si usi il “” o il “vos”. Niente arzigogoli argentini.

                    Per la cronaca, i nostri gnomi usano il “vos” tra di loro e il “” con noi (ma all'inizio dell'avventura ci davano del Lei, pardon, dell'Usted):

                    “ٌaٌa, ésto es para vos.” = “sorellina, questo è per te.”
                    “Papi, ?tù sabes hablar inglès?”

                    Alla prossima!

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                    • #11
                      I miei complimenti psidog!!!!! che bello rispolverare un pٍ di spagnolo......ci piace cosى tanto che dovresti fermarti là un pٍ più del previsto per approfondire meglio alcuni vocaboli !!!!!
                      A parte gli scherzi...........ti confermo che al sud (noi eravamo a Guayaquil) usano parecchio il "tu" anche se non dimenticano assolutamente "usted" che ha proprio un significato di rispetto della persona con la quale non hai confidenza.
                      Attendiamo la prossima puntata!!!!!
                      P.S.: Siamo felici di leggere un tono di scrittura moooooooooolto più sereno e felice!!!!

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                      • #12
                        Nelle nostre peregrinazioni tra uffici pubblici di ogni tipo, abbiamo avuto modo di incontrare anche due sante donne (perché sono quelle che ci hanno sbloccato l'iter) originarie di Guayaquil.
                        Confesso che la mia comprensione dello spagnolo, sulle prime, è stata messa a dura prova: la pronuncia guayaquileٌa è cosى diversa da quella della capitale! Sembra che le parole si "sciolgano" nella bocca di chi le dice, il discorso non è fatto di vocaboli distinti e udibili, ma di un unico sciacquىo di suoni che scorre come acqua. Quasi che il paesaggio avesse plasmato il linguaggio di chi lo abita: Parole secche e aguzze come il profilo delle cime andine nella voce dei quiteٌos, parole liquide e larghe come il rio Guayas nella parlata dei guayaquileٌos.

                        Ma torniamo ai modismi, due al volo.


                        Che bello!

                        L'espressione di uso comune per esprimere ammirazione o contentezza, qui è:

                        "،Qué chévere!"

                        "Hemos ido unos dىas a la playa." "Qué chévere!"

                        Mentre il nostro gnomo, utilizzando probabilmente uno slang giovanile, dice sempre:

                        "،Qué tuco!", dove "tuco" ha un valore più "spavaldo" (non voglio dire volgare, non è proprio cosى), come suonerebbe in italiano dire "che fico!"

                        Da notare che mentre "chévere" l'ho sempre sentito solo per l'espressione sopra detta e non è utilizzabile come aggettivo, mentre "tuco" è un aggettivo e puٍ essere al maschile o femminile, singolare o plurale:

                        "Papi, mira como corre mi carro, ،qué tuco!"
                        "Esta bici roja es tuca, verdad?"
                        "،Qué tucos estos chistes!"


                        Ah, dimenticavo. Chévere e tuco sono tra le poche parole esentate da diminutivi. Mai sentito "tuquito" o "cheverito". Se un qualcosa è bello, o addirittura "fico", lo è senza riserve!

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                        • #13
                          Originariamente Scritto da BIGLII Visualizza Messaggio
                          ...ci piace cosى tanto che dovresti fermarti là un pٍ più del previsto per approfondire meglio alcuni vocaboli !!!!!
                          Hey, non scherziamo!

                          Comunque, se qualcuno ha domande, siamo qui ancora qualche giorno... non è mai troppo tardi per approfondire!
                          Sennٍ, si prega di rivolgersi alle prossime coppie per osservazioni e rettifiche... noi abbiamo già dato!

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                          • #14
                            Concordo, è ora che rientriate in Italia, altrimenti correte il rischio di dimenticare l'italiano!!!
                            Grandi comunque!!!!

                            Comment


                            • #15
                              Grazie psidog!!
                              hai avuto una bellissima idea nel pubblicare i modismos ecuatoriani...
                              Scusa,mi presento , siamo attesini di ATI , per la precisione gli ultimi che hanno depositato i documenti, sigh!
                              Noi siamo stati in Ecuador all'incirca 4 anni fa, per un paio di mesi, per la prima adozione. Leggere le espressioni che avevo già in parte dimenticato mi piace molto , quasi fossimo già di nuovo lى!

                              PS Non mi stupisco quando ti chiedono se sono fratelli perchè (almeno fino ad un paio di anni fa) in Ecuador si potevano adottare insieme anche bambini che non sono fratelli , capita prevalentemente alle coppie americane , tra l'altro possono adottare anche i single.
                              Un grandissimo augurio di pronto rientro!!!!

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